Vie "nuove"

 Le vie Nuove della Preta

Le vie “nuove” costituiscono una delle zone più complesse di tutto l’abisso. Si tratta di diramazioni fossili molto più antiche del ramo principale della grotta. Il pozzo da 108 infatti rappresenta un ringiovanimento di modeste dimensioni rispetto alle antiche vie drenanti che si aprono al di là di esso. Essendo fossili tali rami presentano, a tratti, depositi concrezionali, frane e tratti di roccia marcia. Proprio questo tipo di riempimenti ostruiscono il passaggio a quota –280, dove è presumibile abbia inizio una zona di meandri come accade a tale livello nel ramo principale. Via Nuova e Via Nuovissima si ricongiungono proprio poco prima di tale ostruzione. 

 Un discorso a se stante riguarda la Via Antika, esplorata nel 2003. Tale diramazione infatti è impostata su una struttura tettonica impressionante, una faglia di oltre 100 m d’altezza. Questa struttura ha favorito la formazione di ambienti grandiosi che si sviluppano parallelamente e a pochi metri dalla Via Nuovissima. È molto probabile che le diaclasi su cui si sviluppano le altre due vie siano fratture minori legate proprio alla genesi di tale faglia. Anche la Via Antika risulta ostruita a –250, ma è ancora presto per dire se si riuscirà a superare la frana terminale. Certo è che dal punto di vista esplorativo tutte e tre queste vie presentano ancora notevoli prospettive; sono infatti le quasi uniche diramazioni che si staccano dal ramo principale senza rientrarvi mantenendo la loro orientazione più a nord est di esso.

Non è da escludersi quindi che esista una Preta molto più antica di quella conosciuta e che si sviluppa parallelamente ad essa. Bisogna inoltre ricordare che i punti estremi di questi rami sono già molto distanti in pianta dall’ingresso anche se a profondità ancora modeste. Ciò apre nuove prospettive per quanto riguarda la possibilità di spostarsi sempre più verso i fianchi della Val d’Adige. Ovviamente tali prospettive sono legate al superamento, tramite risalite e impegnative disostruzioni, delle ingenti frane che precludono l’avanzamento allo speleologo.