Rami del Nonno

Rami del Nonno

Questa diramazione è stata esplorata dagli speleologi del GASV nel maggio 1987. In quell’occasione venne raggiunto sul 131 un grande finestrone che si apre dopo circa venti metri di discesa dal frazionamento della libera, spostato a una quindicina di metri dalla normale verticale di discesa. Fu così esplorata una grande galleria testimone di quell’antico arrivo d’acqua che aveva causato la formazione del 131. Ma la scoperta più interessante fu che tale galleria è ancora attiva e che l’arrivo d’acqua che la percorre viene attualmente inghiottito da un ringiovanimento costituito da un notevole sistema di pozzi grossomodo parallelo al 131.

Durante l’Operazione Corno d’Aquilio è stata armata una tirolese su cavo d’acciaio che permette di raggiungere il finestrone con grande facilità. La partenza di tale tirolese è chiaramente visibile all’altezza del frazionamento della libera sul lato est. Raggiunto il finestrone si scende un salto di una quindicina di metri su roccia marcia (rosso ammonitico) che porta alla base di una grande galleria. Tale galleria, di tipo freatico, molto antica e di notevoli dimensioni si sviluppa verso sud-est in leggera salita per una settantina di metri. Presenta alcuni camini e un meandro laterale (Meandro Pinocchio) da dove arriva la quasi totalità dell’acqua che interessa poi il ramo verticale. 

 La galleria principale risulta infine ostruita da detrito a poche decine di metri dalla superficie esterna. 

Appena scesi dal salto di quindici metri, all’inizio della galleria si imbocca verso sud il ramo verticale. Dopo un breve meandro si raggiunge la partenza del Pozzo Mantova (circa 35 m), un bel fusoide occupato alla base da un laghetto. Segue un tratto di meandro con un passaggio abbastanza stretto (Fessura della terza spanna). Poco più avanti il meandro si sfonda in un bel salto da una ventina di metri (Spada di Damocle). Si scende poi uno stretto pozzetto di circa sette metri battuto alla base da un potente stillicidio. Da qui ha inizio la Fessura P.T., un’impegnativa strettoia (si sconsiglia vivamente alle taglie forti) che si affaccia direttamente sull’ultimo salto della via, il Pozzo Stenchelli (7 m). Alla base di questo salto ha inizio un meandro impraticabile che prosegue serpeggiando, formando numerose piccole marmitte. L’acqua che riesce ad assorbire è notevole ed è ragionevole supporre che possa portare a proseguimenti molto interessanti.