Progetto V.E.S.P.A.

Il progetto V.E.S.P.A. (Verona Esplorativa Spluga Preta Aquilio) prende il via a Verona nel 2017 su proposta di Giuseppe Troncon e Aldo Soresini.

Obiettivo del progetto è riprendere le esplorazioni aperte dall' OCA ( Operazione Corno D'Aquilio) nella Spluga della Preta nei primi anni '90 al fine di chiudere i fronti esplorativi lasciati aperti e insoluti.


Il progetto VESPA viene chiuso il 17 Dicembre 2019 con decisione unanime degli aderenti dopo la scomparsa del suo fondatore Giuseppe Troncon. Ne raccoglie il testimone la Commissione Speleologica Veronese.



Di seguito un resoconto delle attività a firma dello stesso Guseppe Troncon.


È inoltre disponibile un resoconto delle attività svolte dal G.G. Falchi nell'ambito del progetto al seguente link: https://gesfalchi.wixsite.com/gesfalchi/v-e-s-p-a



IL PROGETTO V.E.S.P.A. (Verona Esplorativa Spluga Preta Aquilio)

All’inizio del 2017 Aldo Soresini presenta a Sergio Adami di Mantova e a Giuseppe Troncon di Modena un progetto per realizzare esplorazioni alla Spluga della Preta.

La motivazione di questa idea nasceva dal fatto che, durante l’O.C.A., diverse esplorazioni furono lasciate in sospeso e senza una risposta, causa delle notevoli energie assorbite per le ricerche scientifiche e la bonifica. (La grotta, nonostante i citati freni, fu triplicata nella sua estensione, diventando da un semplice abisso un vero sistema carsico).

Così il 7 Marzo 2017 venne presentato alla Commissione Speleologica Veronese un progetto denominato V.E.S.P.A.

Al proposito di sola esplorazione all’interno della Preta e sulle pareti in Val d’Adige ci si aggiunse l’intenzione di intercettare il percorso dei pipistrelli per capire definitivamente se esiste o meno un’altra entrata per loro in Val

d’Adige.

Alla riunione del 2 Aprile 2017 aderiscono tutti i gruppi veronesi, a cui si aggiungono: Mantova, Brescia, Malo, Padova e i Lemuri di Cerlongo (MN). Aderisce inoltre Leonardo Latella del Museo di Storia Naturale di Verona per la realizzazione di ricerche sulla fauna ipogea (con particolare attenzione ai pipistrelli) e sul microclima di diverse aree della Preta.

Viene nominato Giuseppe Troncon come coordinatore del progetto (che, data l’età accumulata non potrà essere operativo all’interno grotta).

Viene stilato un regolamento secondo il quale tutti gli aderenti dovranno essere assicurati e ciascun gruppo contribuirà con materiale da armo, secondo le loro possibilità. Il regolamento verrà firmato da tutti.

La grotta, già in parte armata dal G.A.L. e da Montecchia, verrà interamente equipaggiata per tutto il tragitto tragitto e messa in sicurezza.

Il 16 Maggio 2017 vengono contattati il Parco, i Carabinieri e il Soccorso Speleologico per informarli della spedizione.

Viene contattato Augusto Cerradini (proprietario dei terreni attorno all’ingresso della Preta) che si rende disponibile a collaborare e metterà a disposizione un locale presso la sua malga per il progetto V.E.S.P.A. e per gli speleologi aderenti.

Si iniziano contatti per lo studio dei pipistrelli che si rivelano molto costosi mentre Leonardo Latella posiziona con Glauco Lasagni dei “Data Logger” per lo studio del microclima e posizionate anche trappole per invertebrati.

Il 27 Giugno 2017 si programmano esplorazioni sulle pareti in Val d’Adige con U.S.V. e G.A.L. e con la geologa Ferrari Anna. Nella stessa giornata l’U.S.V. porta una bellissima panoramica delle pareti in oggetto.

Il 15 Luglio 2017 durante una discesa, Franco Florio nota alla base del P. Torino una Rana Dalmatina (-583) creando stupore ed interrogativi per tutti. L’animale viene fotografato e lasciata in loco.

Nell’ Agosto 2017 i Bresciani con a capo Matteo Rivadossi e gli speleo di Malo con a capo Stefano Panizzon puntano al Nuovo Fondo.

(Guardando in pianta, questo braccio sinistro della Preta da dove partono i diversi Rami fino ad ora individuati, tendono tutti verso l’altro fondo del Vecchio Trippa che rappresenta il braccio destro e/o viceversa).

In questa esplorazione, il Ramo del Compenso viene sviluppato per altri 40 mt. in direzione Vecchio Trippa e quindi sotto Sala Pagoda. Nel ramo sono presenti correnti d’ aria.

Ai Cunicoli d’Argilla vengono aggiunti 10 mt. e l’esplorazione ora sarebbe da continuare. Notato un cimitero di ossa di pipistrello.

In Sala Nera, sopra il P. Pasini vengono individuati grandi ambienti, forse collegati con il R. Larissa o altro ramo più in alto. Anche quì l’esplorazione è da continuare. 

Nel Nuovo Fondo con grande sorpresa non si rileva più la presenza di fango e tira aria gelida.

(Si teorizza che, a causa della siccità estiva, un sifone più in basso si sia svuotato).

Il primo Novembre 2017 vengono fatti molti inviti per esplorare la parte profonda della grotta.

Il 7 Novembre 2017 l’U.S.V. porta una documentazione fotografica di un sopraluogo fatto con l’allevatore Augusto Ceradini sulle pareti in Val d’Adige. Le foto fornite da Zeno Bresciani e da un altro speleo dell’U.S.V. mostrano importanti fratture verticali non conosciute, da esplorare.

Il 2 Dicembre 2017 il gruppo di Malo con Panizzon Stefano e de Taddeo Hélène in testa puntano al Nuovo Fondo e riescono a passare di poco la fessura finale da cui esce ancora una forte, aria fredda e gelida.

Per motivi logistici non possono proseguire.

Si constata che sia in estate come in inverno entra aria dentro la grotta, sempre nella stessa direzione da una profondità che non conosciamo.

(Si teorizza in riunione, come altri casi simili ci sia un complesso carsico parallelo e che da un calcolo eseguito da Giorgio Annichini del G.A.M. il Nuovo Fondo si trova a circa 900 mt. dalle pareti).

Il 10 Dicembre 2017 il G.A.L. entrando nel R. dei Fiorentini partendo dalla Cengia Precaria scopre un ramo di 30 metri che finisce alla base del P. Frastuono mentre un secondo ramo, partendo dal lato opposto della Cengia Precaria dopo due pozzi finisce in Sala Serpente.

Sui chiude l’anno 2017 con scarsi risultati rispetto a quanto programmato. Il meteo avverso nei momenti importanti, impegni non prorogabili degli speleologi e i costi proibitivi per il programma pipistrelli hanno minato i buoni propositi.

Il 2018 parte male causa il maltempo.

Leonardo Latella si prende l’incarico di impostare un nuovo progetto per lo studio dei pipistrelli.

Ai primi di Aprile degli speleologi Russi della S.G.S. (Sverdlovskaja Gorodskzija Speleosekzija) su invito di Sauro Giovanbattista dei “Falchi” tentano un’esplorazione in Preta.

Visto la situazione metereologica in cui ghiaccio, neve e pioggia fanno da padroni, la speleologia veronese si mobilita per agevolarli e organizzano una squadra di portatori; visto la mole di materiale necessario e l’impossibilità di usare mezzi meccanici.

Sempre per ragioni metereologiche viene consigliato ai Russi, l’esplorazione attorno al P. Chiodo e vengono dotati di mappe e indicazioni esplorative per l’intera grotta.

Il G.A.L. arma il giorno prima il 1° pozzo.

Il 8 Aprile 2018 Malo e i “Falchi” fanno da accompagnatori a 11 Russi, scendendo si rendono conto che è presente meno acqua di quanto previsto e quindi, i Russi da soli, si spingono fino al Vecchio Trippa dove si accampano ed esplorano per 5 giorni.

Scavando in Sala Tharsis e Pagoda notano aria ma senza risultati, causa troppi detriti e risalendo il R. della Lama notano un interessante finestrone che non raggiungono per pochi metri.

Sul P.131 i due Russi rimasti fuori raggiungono ed esplorano una finestra opposta ai R. del Nonno. (tentativo non riuscito durante l’O.C.A.)

Rivisitata la settimana dopo dai veronesi, questa nuova via non risulta dare speranze.

Causa il maltempo le esplorazioni vengono sospese fino al 16-17 di Giugno 2018 quando i Bresciani e il gruppo di Malo ritornano al Nuovo Fondo e proseguono nella sua apertura. Proseguono alcuni metri in profondità. La grotta continua ma è da allargare e soffia aria fredda.

I due gruppi di Brescia e Malo sostengono che valga la pena di insistere, ripulendo la base del salto e forzando il meandro sottostante.

Nei prossime settimane i due gruppi citati riprenderanno l’esplorazione, mentre Giorgio Annichini con altri proverà a finire la risalita al fondo, iniziata dai Russi.

Una cosa interessante che si dovrà indagare è l’avere notato; che l’aria che sale dal fondo e l’aria che scende dalle parti dell’ingresso convergono sul P. Bologna e lì le due arie si dileguano verso una Via che ancora conosciamo.

Per la segreteria:

Giuseppe Troncon