Via Nuova

La Via Nuova

La Via Nuova è un’imponente diramazione esplorata nel 1968 da speleologi triestini (tra cui L. Stabile), bolognesi e veronesi. Si tratta di un ramo fossile che si apre a pochi metri dalla sommità del 108 esattamente di fronte al meandro da cui si proviene. Per raggiungere il grande finestrone (circa 3 m di altezza per 4 di larghezza) da cui ha inizio la via è necessario, partendo dal terrazzo che dà sul pozzo, scendere 5-6 metri nel vuoto e fatto un pendolo piuttosto lungo raggiungere una comoda cengia di erosione la cui prima parte risuona vuota perché staccata dalla parete. Si attraversa tutta la lunghezza del pozzo su questa cengia e con un ultimo passaggio in roccia si perviene alla finestra. Nell’estate 2001 tale traversata è stata attrezzata con un cavo d’acciaio per facilitare la progressione. La prima parte di questa diramazione è costituita da una serie di pozzetti (15, 10, 12) impostati su due diaclasi, intervallati da terrazzi o corti meandri. L’ultimo di questi salti, il pozzo Marfil (18 m), immette in una grande sala che si affaccia in più punti su un grande pozzo da 50 m. Per raggiungere l’attacco bisogna salire in un meandro al centro della sala. La discesa di questo grande pozzo è spezzata solo da un terrazzo a una decina di metri dalla partenza. La base del pozzo, il Salone Varese, è un ambiente molto grande sormontato da alcuni imponenti camini. Attraversato il salone si giunge all’imbocco di un pozzo di dieci metri alla base del quale bisogna risalire per alcuni metri su una cengia fino ad un nuovo pozzo (10 m) tra massi di crollo di notevoli dimensioni. Tale salto porta in Sala Piatti, un ambiente non grande ma ricco di splendide concrezioni (dalla parte opposta del pozzo, sopra la sala si innesta la Via Nuovissima). Un pozzetto di 7 m tra le concrezioni porta in un altra bella saletta occupata in parte da un laghetto con bei cristalli di calcite.

Segue un bel meandro con restringimenti dovuti a depositi concrezionali fino ad una nuova saletta alta 4-5 metri. Il meandro oltre tale ambiente risulta occluso da una frana e ogni tentativo di disostruzione è stato fin d’ora vano.

È stata esplorata nel 1969 anche un’altra via che dal pozzo da 108 immette nella Via Nuova. Questa via si raggiunge da un finestrone che si apre una quarantina di metri dalla partenza del pozzo. Da questa finestra partono due vie: la prima è costituita da un impegnativo meandro lungo una cinquantina di metri che interseca la via nuova alla sommità del pozzo Marfil, la seconda è costituita da due stretti pozzi intervallati da un corto meandro che finiscono su due fessure impraticabili che lasciano però intravedere interessanti prosecuzioni. Lungo il meandro che porta al pozzo Marfil è stato recentemente esplorato un pozzo di 20 metri (Pozzetto Renato) impostato su una frattura caratterizzato da una grande quantità d’aria. Il fondo di questo pozzo rappresenta il limite esplorativo verso nord-est della Preta conosciuta.