Spurga delle Cadene (o di Peri)

Catasto: V-VR-0011

quota ingresso: 425m  slm

sigla grotta:  11 V VR

sviluppo:  1200m, dislivello +85 

Longitudine: 1° 31’ 46” – Latitudine: 45° 39’ 15”

INTRODUZIONE

Questa bella grotta ha subìto negli anni '80 un grave inquinamento da liquami suini in seguito a sversamenti abusivi dei sovrastanti allevamenti. I testimoni raccontano che i liquami ricoprivano tutto con uno spessore di almeno una decina di centimetri. 

Per vent'anni è stato impossibile visitarla a causa dello schifo e della puzza, ma oggi, a distanza di oltre vent'anni, le acque si sono ripulite, sia perchè molti degli allevamenti sono stati dismessi, sia perchè c'è una maggiore consapevolezza ecologica. Permane ancora un leggerissimo odore, ma assolutamente non fastidioso.

MATERIALE D’ARMO

Nessuno, cavità orizzontale.

TEMPI

3 ore, gruppo da 10 persone

INDICAZIONI STRADALI

Da Peri (VR), nella Val d'Adige, si sale in direzione di Fosse – Lessinia. 

Parcheggiare all'interno del 6° tornante. Posto per 4 auto. Altri posti 50m più a monte o poco più a valle (solo per fuoristrada).

AVVICINAMENTO 40min

Dall'esterno del tornante parte una traccia di sentiero che scende ripida e diretta verso il fondovalle fino ad intercettare un'altra traccia che taglia la costa del monte. Si devia a destra ed in falsopiano si raggiunge il fondo del vaio e si traversa il ruscello per percorrere la traccia dall'altro lato della valle, sempre più o meno restando in quota.

Nella parte finale c'è da fare una discesa abbastanza impegnativa per calarsi nella valletta successiva che è quella da cui fuoriesce il torrente dalla grotta quando è in piena. L'ultimo tratto ha una fune fissa per sicura.

Non sostare davanti all'ingresso della grotta perchè la parete sovrastante scarica spesso sassi.

DESCRIZIONE

L'ingresso è una risorgiva di troppo pieno; in seguito a piogge abbondanti fuoriesce un potente getto d'acqua i cui segni sono evidenti sulla vegetazione circostante.

Ci si arrampica facilmente a fianco di blocchi e sopra la colata calcitica fino al cancelletto che chiudeva l'accesso negli anni '70. Appena superato si sente netto il cambio di temperatura, specialmente d'inverno.

Si passa una prima saletta e poi un basso passaggio sopra delle vaschette concrezionali per arrivare in una sala più ampia con il lato destro completamente rivestito da colate e drappeggi di colore chiaro. Tutto questo biancore contrasta notevolmente con il colore scuro della roccia del letto del torrente. Tale differenza non è dovuta a diverse composizioni del tipo di roccia, ma è il segno indelebile dell'inquinamento subìto.

Da questa sala si nota sul soffitto un foro che comunica con la sovrastante Sala bianca che si raggiunge dopo un restringimento, prendendo a destra una risalita su colata in ambienti abbastanza ristretti.

Appena sbucati nella Sala Bianca fare molta attenzione a non finire nel citato foro e tenersi sulla destra.  Questa grande sala è uno spettacolo; talmente ricca di concrezioni da dare l'impressione di trovarsi in una grotta del Carso. Veramente inusuali per i Monti Lessini.

Si consiglia di farsi un giretto a vedere le vasche nella parte bassa e risalire la colatona per osservare le concrezioni della parte alta.

Tornati nella galleria principale si devono affrontare una serie di strettoie, tenendo la sinistra in un paio di diramazioni che incontreremo, fino a sbucare nella parte attiva dove iniziamo ad incontrare i tubi usati per i tentativi di svuotamento dei sifoni terminali. 

Purtroppo, come vedremo da questo punto in poi, la grotta è piena di tubi, tubetti, cavi e cavetti, residui inutilizzabili di quei lavori; visto che non è più inquinata dai liquami, sarebbe il caso di disinquinarla anche da queste schifezze lasciate da noi speleologi. Potrebbe essere l'oggetto di una prossima manifestazione di “Puliamo il Buio”.

Qui si va a destra passando una laghetto con altezza acqua che arriva a metà coscia. Già qui s'ode il rumore della cascatella che scende dal Lago Pensile, che si raggiunge dopo un'ansa ghiaiosa. Ci troviamo di fronte ad un giunto di strato abbastanza basso e per giunta allagato. La soglia del lago è stata notevolmente abbassata con dei lavori ed ora si riesce a passare bagnandosi poco.

Una nuova bella sala concrezionata, Sala delle Meraviglie, è l'anticamera all'inizio dei tratti allagati. Un primo corridoio rettilineo ha l'acqua che arriva al petto e poi si arriva al “quasi-sifone” da percorrerlo con solo la testa fuori dall'acqua ed avere l'accortezza di tenere la faccia all'insù per non bere; lo spazio d'aria è quindi limitato a soli 10 cm. 

Segue un tratto orizzontale e poi, con l'aiuto di una fune, si risale una bella cascata  fino all'ultimo slargo dove possono proseguire solo gli speleosub; oltre questa condotta allagata del diametro di circa 2m, fonda 8m e lunga 60m, si deve superare in arrampicata una cascata per arrivare in una nuova grande sala in salita. Altri 300m di meandro fino a che questo si abbassa sempre più fino al punto in cui si sono fermate le esplorazioni nel 1971.

NOTE

Percorso di avvicinamento a tratti abbastanza esposto e franoso; da fare solo in assenza di neve.

Siccome la grotta è poco frequentata, la traccia del sentiero a volte è poco evidente.

Seconda parte abbastanza acquatica; per arrivare fino al sifone è necessaria una muta.

Si chiama “spurga” perché soggetta a piene violente e improvvise! Il momento in cui visitarla va scelto con precauzione.

BIBLIOGRAFIA

Testo e Foto di Sandro Sedran